lunedì 7 febbraio 2011

Intervista a Beniamino Cirillo l'architetto delle Torri Telecom

Quando si è laureato ?
<<  Mi sono laureato nel 62' fra poco saranno 50 anni, mi sono laureato al Politecnico di  Torino , una scuola che allora era di una severità eccezionale. Poi sono rimasto per un po' di tempo a Torino con i miei amici, dove creammo una società d' Ingegneria, secondo me la mia vita avrebbe avuto una svolta diversa sé fossi rimasto a Torino.

Quando si è trasferito a Bari ?
<< Un anno dopo nel  63', poi mi sono sposato , sai quando uno si sposa comincia a fare i conti in un altra'maniera ,  cioè sposarsi seriamente con l'intenzione di mette su' un nucleo familiare ecc.. ti determina delle scelte diverse

Lei crede che l'urbanistica barese abbia subito notevoli cambiamenti nel III millennio visto che i PRG ( Piani Regolatori Generali ) sono troppo vecchi ?
<< Questa è una domanda un po' particolare perche l' urbanistica barese ha già fatto poco nel II millennio figuriamoci nel III che deve ancora cominciare per Bari , sono trascorsi solo i primi 10 anni cioè quasi niente. Bari ha bisogno indubbiamente di un rinnovo globale, ma globale nel senso di pensiero, cioè non sono tanti disegni che fanno l'urbanistica è il pensiero e il modo di essere dei cittadini . Bari possiede un piano regolatore che è bellissimo ancora adesso.

Crede che a Bari ci siano le condizioni per la realizzare dei Grattacieli ?
<< I Grattacieli devono essere giustificati. Non è che uno fa un grattacielo perché gli piace fare un grattacielo, le giustificazione sono tutte economiche  poi anche amministrativo , urbanistico ecc.... Ma sé non ci sono le disponibilità economiche  i Grattacieli non si faranno mai. Certo le costruzioni di una certa altezza significano anche delle possibilità di servirsi del territorio in un certo modo, comunque sia i grattacieli devono essere giustificati, tenendo conto che a Bari le imprese non sono imprese americane ed è difficile credere che sia  un’ azienda barese a costruire grattacieli tenendo anche presente che i grattacieli, come in genere tutte le cose per creare in ambiente devono essere tanti da determinare una condizione di utilizzo e di frequenza. Bari è una città di 350mila abitanti ed ha un estensione urbana che è enormemente maggiore rispetto alla sua vera capacità di utilizzo e meno male che c’è una antica gravitazione commerciale che determina  l’uso di molti edifici in modo tale da poter giustificare la loro presenza, ovviamente Bari sarebbe vuota per certi aspetti , comunque questa condizione né fa un po’ il centro  o  né faceva il centro di un’area molto vasta . Sì a Bari ci sono molte cose da vedere ma non appartengono a quell’insieme di interessi che fanno il turismo e il richiamo turistico perché turismo vuol dire musei studi approfonditi, cose che  Bari non ha. C’è il nostro bellissimo castello ma quali turisti vanno a vedere il castello ? Quei pochi che arrivano con le navi li scippano pure. Mentre è diversa la storia del turismo nel resto della  Puglia come nel Salento nel quale c’è un enorme afflusso di turismo durante l’estate. Tutto quello che Bari non ha lo si trova nei paesini intorno .

Lei crede che per noi studenti servirebbe un esperienza all’estero ?
<< Certamente  perché trovi sempre un insegnamento considerevole perche se si và solo per fare caciara  questo é un altro discorso ma se và per capire  per guardare e imparare cosa fanno gli altri ,cioè come si organizzano gli altri sul piano sociale, i comportamenti  civili tra di loro e come usano la città e come l’anno costruita. Considerando che ho visitato quasi tutte le città europee problemi di intolleranza non ci sono, io non ho mai visto un bidone dell’ immondizia stracolmo a Londra o Oslo o Stoccolma dove vedi delle casette piccoline no ? E ti chiedi ma che sono ? Poi guardando bene, costruite bene, in mattoni pieni, con le coperture le porticine ecc … con deposti per l’immondizia ma non messi cosi a cavolo, c’è da dire che noi baresi siamo degli enormi produttori di immondizia gettiamo tutto ,non siamo in grado di fare la raccolta differenziata perché siamo una città composita di tante realtà e soprattutto disattenta nel rispetto per gli altri.   

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