lunedì 7 febbraio 2011

(PARTE II) I MATERIALI

Il monadnock building di chicago un fossile vivente de mondo dei grattacieli. Al momento della sua inaugurazione nel 1893 è il più grande edificio di 16 piani adibito ad uffici oltre ad essere una sfida per le pietre utilizzate nella sua costruzione. Per sostenere il peso del monadnock le gigantesche pareti inferiori sono spesse 2 metri, la struttura è talmente pesante che comincia ad affondare nel soffice suolo di chicago . Alla fine mezzo metro di malta e mattoni scompaiono sotto terra,appare evidente che le pietre non siano materiale da grattacielo.
Quando Daniel Burnham l’architetto del Monadnock progetta il Fuller Building di Manhattan si trova in un bel guaio.
Il preciso progetto dell’edificio impone che questo grattacielo di 22 piani abbia una struttura TRIANGOLARE. Burnham sa di non poter tirar su muri di pietra perché dovrebbero essere talmente spessi che non rimarrebbe più spazio al piano terra.
Sprecare spazio prezioso è un peccato mortale per qualunque architetto di grattacieli. La pietra è fuori discussione, eppure osservandolo oggi il Fuller sembra proprio ricavato dalla pietra.
Perché è tutta un illusione.
Sotto l’aspetto del Fuller si nasconde una delle più impotanti tecnologie costruttive mai ideate.
Burnham innalza l’edificio intorno ad una serie di colonne e travi che vanno a formare un autentico scheletro in acciaio, che è molto più resistente della pietra, così l’intelaiatura può essere sottile e leggera pur sopportando il peso di un intera struttura. Per nascondere tutto questo Burnham si limita ad appendere le pareti in muratura allo scheletro esterno come delle normalissime tende. L’edificio riceve un successo immediato. L’acciaio ha dato una marcia in più ai grattacieli. Il Burj Khalifa ha uno scheletro combinato dalle vecchie e nuove tecnologie. Sono le oltre 30.000 le tonnellate di acciaio utilizzate in modo altamente ingegnoso. Il metallo è stato aggregato al calcestruzzo, questa spina dorsale di pietra rinforzata viene rivestita da uno strato altamente tecnologico di vetro e acciaio, in questo modo le pareti del Burj Khalifa sono formati da unità alte fino a due piani. I pannelli di vetro sono rigidi ma con le giunzioni estremamente flessibili che però assorbono i movimenti. I giunti consentono ad ogni sezione di espandersi e contrarsi in rapporto al calore del deserto, sul grattacielo stesso.

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